20 Settembre 2024

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Pandemia e Turismo: Messina e l’identità culturale da rifondare. L’intervista a Orazio Micali, Direttore del Museo Regionale di Messina.

Pandemia, turismo in calo, Arte da Vivere, Arte come identità stessa di un popolo.
Questi i temi con cui oggi i Beni Culturali si trovano a dover fare i conti: la pandemia ha, in taluni casi, influito sul numero dei visitatori dei siti artistici, ma fino a quanto questo calo corrisponde a un disinteresse nei confronti dell’Arte? Viceversa, quanto, una presenza ingente può davvero leggersi come la manifestazione di un vivido di appartenenza alla Comunità mediato dall’Arte?
Ne abbiamo parlato con Orazio Micali, Direttore del Museo Regionale di Messina, fondato nel 1991, prima Museo nazionale nel1914, a circa due mesi dall’entrata in vigore della zona bianca in Sicilia e delle conseguenti maggiori libertà in termini di autonomia e possibilità di spostamento.
“Premesso che il Museo è un Istituto di cultura e non può ridursi a Supermercato dell’Arte, devo dire che i nostri numeri non sono in calo – apre Micali – Si può contare, a Luglio 2021, solo una minima percentuale del 3% di turisti in meno rispetto al Luglio 2019, mentre per le stime di Agosto dovremmo attendere la fine del mese. Questo dato è da valutare positivamente, di fronte alla riduzione del 90% degli afflussi turistici tramite crociera che apportavano 500.000 visitatori nel periodo Giugno-Ottobre 2019, contro i 50.000 dello stesso periodo del 2021. Le motivazioni di tale quasi stabilità sono varie, e non è dato conoscerle, avanzo però l’ipotesi di un turismo in rialzo a causa del post-pandemia, legato a fattori familiari, come le famiglie che si spostano fisicamente, desiderose di spiagge e relax, e che approdano infine all’Arte, quasi per caso. Ecco allora mi chiedo: quanto questo dato stabile corrisponde a un interesse culturale rispetto al Museo in quanto depositario dell’identità del popolo messinese?”.
Visite dettate da motivazioni variabili, come il bisogno indiscriminato di evadere alla fine della quarantena, ma allora come rifondare un senso di appartenenza alla Comunità per certi versi latente? Quali, se esistenti, gli handicap riscontrabili nell’attuale organizzazione del Museo rispetto alle sue possibilità di sviluppo in quanto Rappresentante della Storia di un Territorio?
“A mio avviso è assolutamente consigliabile modificare l’ubicazione del Museo in corrispondenza del Centro della citta’ – sottolinea Micali – Infatti a oggi il Museo sorge in periferia, discostato dai monumenti simbolo di Messina come il Duomo, e ciò provoca una difficile identificazione dei messinesi con il Museo in quanto Simbolo della Città. Se invece pongo il Museo in Centro città, con tutte le tipicità del luogo, come lo spazio pedonale, inesistente nella posizione attuale del Museo, il Cittadino è portato a visitarne il Cuore, in virtù di un solido legame di prossimità tra Museo, Duomo e Centro Storico”.
Un’appartenenza il cui senso passa anche per la prossimità spaziale, in grado di incidere sulla formazione pedagogica delle nuove generazioni, individuando nei Beni Culturali il Simbolo e l’Anima di un intero popolo.