2 Ottobre 2024

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Il Presepe di Casa Professa di Palermo: l’intervista al Rettore Walter Bottaccio.

di Angela Ganci, psicologo psicoterapeuta, giornalista e docente

Presepe artistico: una tradizione intramontabile resistente a restrizioni e pandemie che risplende ancora oggi a Palermo nel luogo per eccellenza simbolo della divinità, la Chiesa.
Un esempio mirabile di tale connubio, in occasione del cinquecentesimo anno dalla conversione di Sant’Ignazio de Loyola, avvenuta a Maggio del 1521, il presepe che si può ammirare a Casa Professa, a Palermo.
L’anno del Santo, iniziato il 20 Maggio 2021 e terminato il 31 Luglio 2022, segue di poco la nascita dell’Enciclica “Fratelli tutti” di Papa Francesco, esprimendo intenti simili, l’evangelizzazione dell’umanita’, l’abbandono dell’egocentrismo umano, la professione di fede nei confronti dei popoli non cristiani, abbandonando una visione antropocentrica e cristianocentrica.
Questo il messaggio forte comunicato dal Rettore di Casa Professa, Walter Bottaccio, che ha raccontato ai microfoni di Teleone il significato intimo dell’essere gesuiti, il percorso presepiale che parla insieme del gesuita Sant’Ignazio e della missione del nostro attuale Papa.
“Chi era Sant’Ignazio de Loyola? Il 20 maggio 1521, in una battaglia nella città spagnola di Pamplona, una palla di cannone ruppe una gamba di Íñigo López de Loyola e ferì l’altra -spiega Bottaccio – Giovane desideroso di essere un cavaliere, anzi il migliore dei cavalieri, viene spronato, con uno stratagemma, dalla cognata a leggere le vite dei santi, durante la sua lunga convalescenza dalle ferite, avviando così una conversione che permette a noi oggi di ricordare con uno degli esponenti maggiori dell’ordine gesuitico. Un santo cavaliere, certamente, ma di Cristo, pellegrino di fede, che ha messo in discussione e in periferia il proprio Io per mettere al primo posto il messaggio di evangelizzazione della parola di Dio”.
E con la figura del pellegrino inizia il percorso presepiale, un percorso cronologico che parte dalla sinistra della scena, dove si ammira un ruscello rumoroso accanto al pellegrino gesuita, diretto verso Gerusalemme per sperimentare una nuova vita con Dio, per poi proseguire con la capanna del Bambinello e dei tre Santi che hanno deciso di rinnegare se stessi, affidandosi al Salvatore, perché Dio può tutto, e ha sempre l’ultima parola, risolvendo ogni problema, al di la’ della limitatezza dell’essere umano.
“L’obbedienza, frutto di un reale atto di affidamento, è il voto più importante per un gesuita, obbediente al pontefice e alla divinità-conclude il Rettore – Da qui la vera missione del convertire dei gesuiti, in particolare i musulmani, in una mission comune al nostro Papa, gesuita egli stesso, quella di evangelizzare il mondo, in un Umanesimo che guardi a tutti come fratelli e sorelle”.
Una logica che da’ peso alle persone, per una Chiesa intesa come ospedale di campo, utilizzando le parole di Papa Francesco, bacino di credenti, ammirati di fronte alla ricchezza dei dettagli dei personaggi, dei loro indumenti sacri e del paesaggio rurale circostante, in primo piano il ruscello fragoroso di santità e vita.
Il Presepe di Casa Professa sarà visitabile a Palermo fino al 10 Gennaio 2022 per offrire ai fedeli, o a chi è in procinto di divenirlo, un’esperienza sublime, un’atmosfera incantevole e una serenità interiore infinita donata dall’affidamento al divino.