PALERMO (ITALPRESS) – “La fine dello stato di emergenza preannunciata dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, e prevista per il 31 marzo prossimo, rischia di determinare nel SSR siciliano un vero e proprio terremoto. Questo perchè, negli ultimi due anni di pandemia, i problemi relativi agli organici asfittici della sanità siciliana sono stati di fatto occultati dalla possibilità offerta dai vari Decreti Legge nazionali di contrasto al Covid 19 di assumere, quasi senza limiti, il personale mancante con contratti a tempo determinato. In questo modo, le falle del nostro SSR sono state turate “per merito” della pandemia Covid 19 e i problemi legati alle tante croniche carenze di personale sono temporaneamente passate in subordine. Ma con la fine dello stato di emergenza, il rischio concreto è quello di vedere non prorogati molti di questi contratti a tempo determinato e questo comporterebbe un ritorno al passato aggravato dal fatto che nel frattempo una discreta fetta di medici e infermieri hanno lasciato per andare in pensione o anche per spostarsi nel privato in cerca di migliori fortune”. E’ quanto sottolinea in una nota Giuseppe Riccardo Spampinato, segretario regionale del sindacato dei medici CIMO.
“Va anche detto – prosegue – che il Governo nazionale ha previsto, nella Legge di Bilancio 2022 (comma 268) la possibilità di stabilizzare questo personale di area sanitaria impiegato durante l’emergenza Covid 19 nei limiti del tetto di spesa consentito e in coerenza con il piano triennale dei fabbisogni, purchè abbia maturato almeno 18 mesi di servizio al 30 giugno 2022 e la mancata proroga di questi incarichi andrebbe a cozzare proprio contro le previsioni del legislatore nazionale, non consentendo a molti di questi soggetti di maturare il requisito principale per la stabilizzazione. Come sempre, i rumors provenienti dalle varie Aziende sanitarie e ospedaliere delineano il solito desolante quadro di una sanità siciliana che procede a macchia di leopardo, con scelte tra le più diverse tra loro e l’incertezza regna sovrana”.
“Per tale motivo la segreteria regionale CIMO ha scritto all’assessore Regionale della Salute, Ruggero Razza e al direttore DPS dello stesso assessorato, Mario La Rocca, esortandoli ad attivarsi al più presto possibile per fornire input univoci ai direttori generali e a mettere in campo tutte le misure possibili al fine di evitare la mancata proroga di questo personale che andrebbe a creare una vera e propria paralisi di tante unità operative degli ospedali siciliani, anche con riferimento all’emergenza/urgenza”, continua.
“D’altra parte – aggiunge Spampinato -, una volta esitate le nuove dotazioni organiche, è assolutamente palese che questi nuovi precari sono venuti a coprire i tantissimi posti vuoti già presenti e i nuovi che si sono andati determinando. Bisogna quindi trovare con la massima urgenza una soluzione politica a livello regionale che possa dare continuità all’assistenza sanitaria non dimenticando che la fine dello stato di emergenza non significherà che il Covid non c’è più e nemmeno che le altre patologie si apprestino ad andare in vacanza con l’arrivo della primavera”, conclude il segretario CIMO Sicilia.
(ITALPRESS).
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