di Angela Ganci, psicologo psicoterapeuta, giornalista e scrittrice
Sangue, trasfusioni e donazione come atto di altruismo nei confronti dei pazienti e delle loro famiglie. Questi i tre elementi che configurano la tematica delle donazioni, nonché delle terapie salvavita, come una delle più delicate e deontologiche in ambito medico. Dialogando con il dottor Francesco Spedale, Direttore della UOC di Medicina Trasfusionale ed Ematologia dell’ASP di Enna ai microfoni di Teleone, abbiamo approfondito l’ambito medico sopra delineato con preziose indicazioni rivolte agli aspiranti donatori, anche i più indecisi o aspiranti tali.
1. Dottore Spedale, puo’ indicare la composizione del sangue in termini semplici per un pubblico giovane ? “Il sangue costituisce circa il 5-7% del volume corporeo. In un organismo adulto ne circolano, in media, 4-5 litri. Il sangue è composto da una parte corpuscolata rappresentata dai globuli rossi, globuli bianchi e dalle piastrine che rappresentano circa il 45% del totale ed una liquida chiamata plasma. Il plasma è il componente liquido del sangue nel quale sono sospesi i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine. Rappresenta più della metà del volume del sangue ed è composto principalmente da acqua in cui sono disciolti sali minerali e proteine. I globuli rossi costituiscono fino al 40% del volume del sangue e contengono emoglobina, una proteina che consente di trasportare l’ossigeno dai polmoni a tutti i tessuti dell’organismo. L’ossigeno è utilizzato dalle cellule per produrre l’energia necessaria per l’organismo. I globuli bianchi sono i principali responsabili della difesa dell’organismo dalle infezioni. Esistono cinque tipi principali di globuli bianchi: i linfociti, i neutrofili, i monociti, gli eosinofili, i basofili. Ogni tipo di cellula ha una funzione ben precisa. Le piastrine, infine, partecipano al complesso processo della coagulazione”.
2. In quali circostanze oggi è richiesta una trasfusione come terapia salvavita?
“Il sangue rappresenta la vita. La trasfusione può essere richiesta in varie circostanze: rappresenta una terapia salvavita nel caso di politraumi, che si possono verificare in seguito ad incidenti stradali, incidenti sul lavoro, è salvavita in occasione di interventi chirurgici, infatti a seconda del tipo di intervento il chirurgo richiede, nei giorni precedenti, che vi siano a disposizione delle unita’ di sangue per il paziente. L’utilizzo del sangue e’ fondamentale anche in caso di patologie croniche, per esempio nei pazienti affetti da talassemia che richiedono frequenti trasfusioni di sangue e, inoltre, per il superamento di stati critici dovuti a malattie del sangue come la leucemia acuta”.
3. Come avviene tecnicamente una trasfusione di sangue? Esistono casi in cui procedere a una trasfusione presenta difficoltà particolari ? Che problemi può avere un ricevente?
“Dare una risposta in poche e semplici parole risulta molto complesso però ci proveremo. Il sangue, una volta donato, viene scomposto nei suoi componenti per cui da una singola unita’ e’ possibile ricavare emazie concentrate, plasma e piastrine, per cui e’ piu’ giusto non parlare genericamente di trasfusione di sangue, ma trasfusione di emocomponenti. La trasfusione consiste nell’infondere per via endovenosa al ricevente l’emocomponente adeguato prelevato in precedenza da un donatore volontario. Prima di essere sottoposto a terapia trasfusionale il paziente deve sempre essere informato correttamente e in maniera completa delle possibili alternative alla trasfusione, dei benefici che da essa derivano e dei suoi potenziali effetti indesiderati, in modo che il paziente possa essere in grado di esprimere per iscritto e coscientemente il proprio consenso informato. Premesso che per ogni trasfusione deve essere rispettata la compatibilita’ gruppo ematica tra donatore e paziente prima di ogni trasfusione di emazie, e’ necessario effettuare le cosiddette indagini pretrasfusionali. Le indagini pretrasfusionali consistono nel conoscere il gruppo sanguigno del ricevente, la ricerca di eventuali anticorpi irregolari e la vera e propria prova di compatibilita’ tra il sangue del donatore ed il siero del ricevente.Nel corso delle indagini pre-trasfusionali e’ possibile incontrare problemi d’incompatibilita’ dovute a vari motivi come la presenza di anticorpi nel ricevente diretti contro il sangue del donatore per cui dovra’ essere individuato lo o gli anticorpo/i responsabile/i e quindi ricercare sangue di donatore privo dell’antigene corrispondente. È bene precisare che la maggior parte delle trasfusioni viene effettuata senza problemi per il ricevente. Solo in rari casi possono verificarsi reazioni più o meno gravi (reazioni emolitiche, febbrili, allergiche ecc). Una diversa tipologia di possibili complicazioni che potrebbero verificarsi è rappresentata dalla trasmissione di agenti infettivi come HIV, Virus dell’Epatite B e dell’epatite C e sifilide. Il rischio di contrarre un’infezione a seguito di una trasfusione di sangue è quasi prossimo allo zero, infatti, in base alla normativa vigente, su ogni unità di sangue donata deve essere effettuata la ricerca del virus dell’epatite B (HBV), del virus dell’epatite C (HCV), del virus dell’HIV e del Treponema pallidum (sifilide). Solo le unità di sangue risultate negative ai suddetti test possono essere utilizzate a scopo trasfusionale”.
4. Può elencare vantaggi e svantaggi della donazione di sangue per un donatore?”Con la donazione di sangue i vantaggi sono molteplici, eccone un elenco. Donando sangue si ha un ricambio delle componenti del sangue, specialmente la frazione corpuscolata; donare il sangue può rappresentare inoltre un modo efficace per mantenere sotto controllo la propria salute.Prima della donazione, si effettua un colloquio accurato con il medico per valutare lo stato di salute anche attraverso il controllo di alcuni parametri e si riceveranno le analisi del sangue a ogni donazione effettuata.Quindi il donatore abituale è praticamente sotto controllo continuo, cosa che contribuisce alla prevenzione di alcune patologie. Inoltre nei donatori di sangue si accresce la consapevolezza del proprio stato di salute per cui i donatori, di solito, attuano, con coscienza, abitudini e stili di vita sani e sistemi di nutrizione corretti. Infine il vantaggio più grande è quello della consapevolezza di sapere che con il proprio gesto si contribuisce a salvare delle vite umane.Per quanto riguarda gli svantaggi posso affermare che, come già detto, lo stato di salute del donatore viene preventivamente valutato dal medico selezionatore e solo dopo accurate indagini viene ammesso. Per cui mi sento di affermare che non sussistono grossi rischi per i donatori”.
5. Ogni quanto possono donare gli uomini e le donne? E per chi soffre di ipertensione, quali valori minimi per procedere alla donazione?
“Gli uomini possono donare sangue intero quattro volte l’anno con un intervallo minimo di tre mesi; le donne, in età fertile, possono donare un massimo di due volte l’anno. Ovviamente questi intervalli cambiano se si effettuano donazioni in aferesi. Il controllo della pressione sanguigna rappresenta uno dei parametri che deve essere valutato prima di ogni donazione. La pressione sistolica deve essere inferiore a 180 mm di mercurio e la diastolica non deve superare i 100 mm di mercurio. L’ipertensione ben controllata non rappresenta una controindicazione alla donazione”.
6. Può fornirci infine mirati consigli per i possibili donatori ancora scettici?
“Donare il sangue, come ho già detto, offre solo vantaggi per cui l’invito e’ quello di avvicinarsi alla donazione di sangue. Si troverà personale altamente specializzato, che saprà dare tutte le informazioni necessarie a risolvere ogni dubbio. Inoltre il personale addetto alla raccolta e’ un personale in grado di fronteggiare ogni tipo di problema (raro) che possa presentarsi nel corso della donazione. Concludo invitando tutti a donare nel centro di raccolta più vicino, salvando cosi una vita umana e contribuendo a raggiungere l’autosufficienza regionale di sangue, soprattutto nel periodo estivo, durante il quale si registrano forti criticità”.
Donare quindi come atto d’amore, senza indicazioni negative e come invito generalizzato affinché un semplice atto medico, collaudato, di routine, si trasformi in azione sociale e in controllo costante del benessere personale.
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