PALERMO (ITALPRESS) – “Io sono un senatore di Palermo, è la seconda volta che torno dopo le elezioni, devo svolgere un lavoro per questa città e lo faccio con Fabrizio Ferrandelli e gli altri uomini di Azione. La campagna elettorale è stata straordinaria, i nostri stanno in consiglio comunale, siamo sempre pronti sulle proposte. Sono molto contento di essere qua, farò un giro della Sicilia in questi tre giorni. Mi pare proprio che qui siamo ben radicati”. Inizia così da Palermo un mini tour della Sicilia di Carlo Calenda, leader di Azione e senatore eletto proprio nel capoluogo siciliano a settembre. Lo fa da una città in cui peraltro il suo partito ha ottenuto un importante risultato alle ultime comunali nel ticket con +Europa, puntando anche su Catania dove però lo stesso Calenda, con il veto su Lanfranco Zappalà – candidato su cui insieme a Italia Viva sembrava ormai definito il sostegno – ha rimesso tutto in discussione: “Parlerò della situazione di Catania con Castiglione, lo vedrò dopodomani a Caltanissetta e discuteremo di tutto. Poi andrò anche a Siracusa dove abbiamo candidato Francesco Italia”, ha aggiunto soffermandosi anche sulla tornata di Siracusa, dove Azione candida l’uscente Italia.
Inevitabile però che i temi siano anche quelli nazionali, a cominciare dal passaggio di Enrico Borghi in Italia Viva e dunque nel gruppo congiunto di cui è titolare: “I nostri gruppi sono aperti a persone perbene come Borghi, che vogliono venire da noi: ma non li andiamo a cercare noi, noi non andiamo a cercare nessuno. Abbiamo autorizzato il suo ingresso e siamo contenti che arrivi – ha sottolineato, soffermandosi poi sul rapporto con Renzi e con Italia Viva – “Sono contento delle parole di Renzi, neanche io ho intenzione di rompere i gruppi. La questione però è fare chiarezza sul percorso, che non per volontà del sottoscritto, che ci ha lavorato mattina, pomeriggio e sera, non si è potuto fare. Presa cosapevolezza di questo, si lavora sulle proposte concrete insieme come si è sempre fatto, ma ognuno fa la sua strada. Abbiamo riconosciuto l’impossibilità di dare vita a un partito unico, non per nostra volontà, ma perchè Italia Viva non ha voluto, e questo è legittimo”.
Sul Partito Democratico, invece, nessun segnale di avvicinamento ma parole nette sul nuovo corso targato Elly Schlein: “La distanza col Partito Democratico è siderale. Mi pare si sia rifugiato su una posizione di tipo ideologica, riassumibile più o meno con ‘Ci sono i fascisti al governò, non va bene per una democrazia matura come la nostra – ha attaccato – La Schlein? Non so cosa propone, il punto della politica non sono i posizionamenti astratti, perchè ognuno ha il suo, il problema è concretamente cosa fai, cosa proponi. La politica è fare accadere cose nel paese. Non si parla altro che del posizionamento, io lo giudico dalle proposte – ha aggiunto Calenda – Quando la Schlein ci dirà se vuole fare i termovalorizzatori a Palermo, in Sicilia e nel Sud Italia giudicherò il suo posizionamento su quel tema. Il resto sono giochi di società che hanno stancato gli elettori, che infatti non vanno più a votare”.
E sulla platea di riferimento, da Calenda una stoccata anche nei confronti di Forza Italia: “La questione non riguarda un’area moderata, ma un’area pragmatica, che fa accadere le cose. Forza Italia in questo ruolo ha abdicato già da molto tempo – ha spiegato – Non abbiamo una proposta rivolta ai moderati, ma a chi vuol far funzionare il paese. I moderati non esistono, è una categoria dello spirito”. Infine, all’indomani della Festa della Liberazione Calenda è tornato sul tema del fascismo: “Siamo l’unico paese al mondo che parla solo di fascismo. Poi per carità di Dio, La Russa ci mette del suo e questo dobbiamo riconoscerlo. La lettera di Meloni in tal senso è stata importante, poteva usare la parola antifascista più esplicitamente -ha concluso – Ma il senso era abbastanza chiaro”.
– foto xd7/Italpress –
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