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Coronavirus, decreto scuola: tutti promossi ed esami on line se non si torna in classe il 18 maggio

Approvato oggi in Consiglio dei ministri il decreto «misure urgenti sulla regolare conclusione e l’ordinato avvio dell’anno scolastico e sullo svolgimento degli esami di Stato»: se non si dovesse tornare in aula entro il 18 maggio, l’esame di Stato per la maturità vedrà tutti ammessi e la valutazione attraverso un esame orale on line.

Mentre per gli esami terza media in tempi di Coronavirus si deciderà in base alla valutazione di un elaborato del candidato. Mentre non è stata trovata ancora la quadra sulle misure per il secondo decreto, quello sulle imprese e la liquidità. Il consiglio dei ministri è stato sospeso infatti intorno alle 14 e riprenderà a breve: lo scontro sarebbe politico e riguarderebbe il suolo di Sace (controllata dal ministero dell’Economia, in quota Pd) e quello di Cassa Depositi e Prestiti a guida 5 Stelle, nonché l’importo di garanzie alle aziende: sarà al 90%, fanno sapere ufficiosamente fonti del Mef.

Il decreto scuola

Il decreto mette quindi nero su bianco i due scenari che erano circolati nelle ultime ore, ma soprattutto l’ipotesi affatto remota che per quest’anno la scuola per come la conosciamo non riprenda più. Da un lato il caso improbabile che si riesca a far riprendere le lezioni in presenza. Dall’altro, quello più realistico, che gli studenti non rientrino più in classe per l’anno scolastico 2019-2020.

Nella prima ipotesi, per la maturità ci sarà una prova nazionale di italiano e la seconda prova sarà semplificata e preparata dalla commissione interna. Nella seconda ipotesi invece sarà previsto un esame orale on line. Per quanto riguarda invece l’esame di Stato nella scuola media, nell’ipotesi in cui non si dovesse tornare in aula entro il 18 maggio, niente esame vero e proprio, ma valutazione dei professori su elaborati degli studenti. E tutti promossi all’anno successivo.

Assunzioni in arrivo

Oltre alle decisioni sugli esami, in Consiglio dei Ministri arriva anche il via libera alle assunzioni chieste dal ministero dell’Istruzione per recuperare parte dei posti liberati nell’estate del 2019 da quota 100. Si attua così, scrive l’Ansa, una norma inserita nel decreto scuola approvato in autunno voluta dalla ministra Lucia Azzolina: 4.500 posti che andranno ad altrettanti insegnanti, vincitori di concorso o presenti nelle Graduatorie ad esaurimento, che non hanno potuto occupare questi posti lo scorso settembre perché non erano stati messi a disposizione. Per i libri di testo, sarà possibile la conferma, per l’anno scolastico 2020/2021, di quelli adottati per l’attuale anno scolastico.

Fermi restando «i limiti e le restrizioni» sullo svolgimento di tutte le prove stabilite dalle procedure concorsuali, secondo le ultime bozze circolate di decreto si sancisce anche la possibilità, durante lo stato di emergenza, per il ministero dell’Istruzione di bandire i concorsi per l’assunzione di personale docente ed educativo per i quali possegga possiede le necessarie autorizzazioni. Vengono sospese, sempre secondo l’ultima bozza che dovrebbe essere stata approvata, le procedure concorsuali e degli esami di abilitazione per l’accesso alle professioni vigilate dal Ministero della giustizia, comprese le misure compensative per il riconoscimento delle qualifiche professionali conseguite all’estero.

Il Consiglio superiore della pubblica istruzione (CSPI) deve rendere il proprio parere entro sette giorni dalla richiesta da parte del Ministro dell’Istruzione sui provvedimenti che riguardano la scuola. Decorso il termine di sette giorni, si può prescindere dal parere: a decorrere dal giorno successivo all’entrata in vigore del provvedimento e fino al perdurare della vigenza dello stato di emergenza deliberato dal Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020.

Il semestre di tirocinio professionale all’interno del quale ricade il periodo di sospensione delle udienze dovuto all’emergenza epidemiologica determinata dal diffondersi del COVID-19, è da considerarsi svolto positivamente anche nel caso in cui il praticante non abbia assistito al numero minimo di udienze previste dal Decreto del Ministro della Giustizia del 17 marzo 2016.

È ridotta a sedici mesi la durata del tirocinio professionale, per i tirocinanti che hanno conseguito la laurea in giurisprudenza. Durante il periodo di sospensione delle udienze dovuto all’emergenza epidemiologica determinata dal diffondersi del COVID-19, sono sospese tutte le attività formative dei tirocini all’interno degli uffici giudiziari. Il Ministro della giustizia predispone con proprio decreto tutti gli strumenti necessari alla prosecuzione delle attività formative a distanza durante il suddetto periodo di sospensione.

I commenti

Il blocco dei concorsi, insieme a quello delle graduatorie d’istituto da cui sono chiamati 200mila supplenti e la mancata conferma dei precari in servizio, «metterà in ginocchio l’avvio delle lezioni a settembre», commenta a caldo Anief, associazione sindacale professionale. «Sulla didattica a distanza Anief chiede chiarezza: o è inutile, oppure deve essere premiato il lavoro svolto da tutta la comunità educante. Sulla conferma dei vincoli imposti ai trasferimenti non c’è niente di più sbagliato. Bisogna agevolare e non penalizzare il diritto al ricongiungimento familiare, in un momento in cui siamo tutti sottoposti a distanziamento sociale», dice il presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico.

Governo e opposizioni

Nell’ordine del giorno anche una deliberazione per l’assegnazione di risorse al commissario straordinario Domenico Arcuri, il cui ruolo è stato istituito dal decreto Cura Italia per l’attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento a contrasto dell’emergenza.

Il commissario, a quanto si legge nel testo del decreto Cura Italia, è dotato di risorse per l’acquisto dei beni necessari a contrastare l’epidemia: le risorse sono «versate su apposita contabilità speciale intestata al commissario» che può aprire un «apposito conto corrente bancario» per regolare le transazioni in maniera più celere, nel caso richiedano pagamento immediato o anticipato delle forniture, anche senza garanzia.

Un terzo decreto, quello che Nicola Zingaretti chiama il «Semplifica italia» per sburocratizzare il Paese in vista della ripartenza è previsto nei prossimi giorni, mettendo insieme – auspica il leader dem – anche le opposizioni e le parti sociali.

In mattinata il premier Giuseppe Conte aveva riunito a Palazzo Chigi i capi delegazione dei partiti di maggioranza con il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro. Mentre è durata oltre due ore la cabina di regia prevista questa mattina tra governo e opposizioni sui decreti economici sull’emergenza Coronavirus. Alla cabina di regia, per l’esecutivo, ha partecipato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, arrivato per questo
in leggero ritardo a Palazzo Chigi per il Cdm. «Nel pomeriggio la commissione lavorerà sugli emendamenti» al Cura Italia, ha confermato il ministro. (tratto da Open)