Finalmente scendono, anche se di poco i nuovi contagiati. Erano 5.974 ieri, sono 5.217 oggi. Ma aumentano, anche se sempre di poco, gli attuali positivi ricoverati in ospedale o in isolamento domiciliare, che passano da 3.651 a 3.815. Però solo una minima parte di loro è finita in ospedale, mentre il grosso, circa 3.000, è rimasto a casa propria. Un segnale che può essere interpretato come segnale di affanno dei nosocomi a ricoverare i pazienti, tanto che dallo Spallanzani di Roma il primario infettivologo, Giampiero D’Offizi, ammette: “ prima vedevamo pazienti con febbre tosse e un po’ di affanno, ora ricoveriamo persone che hanno immediato bisogno di ossigenoterapia”. Scende ma resta sempre alto il numero dei decessi, oggi 756, contro gli 889 di ieri. Le vittime totali sono così salite a 10.779. Preoccupa il dato in controtendenza di Milano, dove i nuovi contagi sono 546 contro i 314 di ieri
Frena la crescita dei guariti, che dopo il record dei quasi 1.500 di ieri, scendono a soli 646. “Siamo nel pieno dell’epidemia. Sarebbe un grave errore abbassare ora la guardia”, mette in guardia il Ministro della salute, Roberto Speranza, che risponde così, sia pure indirettamente a chi come Renzi auspica una riapertura a breve, anche se graduale, delle attività produttive. O al Governatore ligure Giovanni Toti, che ha rilanciato il modello israeliano di rientro alla normalità per fasce di età, privilegiando i più giovani, meno esposti al rischio di contagio o di un decorso più grave della malattia. Idea in realtà già bocciata dai nostri epidemiologi, visto che gli studi condotti in Italia, come quello sul territorio veneto di Vo, hanno dimostrato che la trasmissione del Covid-19 avviene soprattutto ad opera di giovani adulti asintomatici”.
Per il governatore lombardo, Attilio Fontana siamo vicini al picco e in effetti il dato regionale è confortante, visto che i nuovi contagi sono oggi 1592, contro i 2.117 di ieri, ben 525 in meno. Buone nuove dal Lazio e dalla Capitale, dove l’aumento dei nuovi casi, 201 nell’ultimo giorno, per la prima volta crescono al di sotto del 9%. Resta però massima l’allerta nelle case di riposo, che si confermano qui come in altre regioni tra i luoghi più a rischio di accensione di nuovi focolai. Sempre stabile la situazione al Sud, dove il rischio di focolai è al momento scongiurato, anche se per il virologo Fabrizio Pregliasco Direttore sanitario del Galeazzi di Milano, proprio questa potrebbe diventare la nuova frontiera dell’epidemia. (lastampa)
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