“Questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai”, è uno delle frasi celebri de I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, che i bravi ordinavano a Don Abbondio, in merito allo sposalizio di Renzo e Lucia. Ecco togliamo il mai, ma il domani resta un’incognita per le tante coppie di italiani che avevano programmato di sposarsi tra la primavera e l’estate del 2020. Le rigide restrizioni alla mobilità ed agli assembramenti, oltre al lockdown imposti dal Governo, hanno messo un freno pesante al desiderio di convolare a nozze. Con cerimonie e feste vietate fino a data da destinarsi, circa il 90% degli italiani è costretto a rinviare il matrimonio nel 2021, ed in molti casi addirittura di un anno.
E’ noto, infatti, che gran parte degli sposalizi sono celebrati tra aprile e luglio, con un business che coinvolge molti settori economici per un valore« di circa 40 miliardi di euro», sostiene la wedding planner Simonetta Quieti, interpellata dall’Ansa. E l’ipotesi futura creerà non poco caos e stress ai futuri sposi, che potrebbero essere costretti a sposarsi nei mesi invernali oppure nei giorni infrasettimanali della primavera, perché ai matrimoni del 2020 si sommeranno quelli del 2021.
Valutando il matrimonio dal punto di vista dell’impatto economico reale, la cifra ipotizzata dei 40 miliardi di euro fermi, non è affatto esagerata. Le nozze, infatti, coinvolgono molti settori: i ristoranti dove si ricevono gli ospiti, i catering per il cibo, il wedding planner che organizza il ricevimento, fotografi ed operatori video che immortalano il giorno più importante nella vita di molti. E ancora i fioristi per gli addobbi, i musicisti, chi vende o produce bomboniere, il settore della moda che confezione abiti da sposi, le tipografie che stampano gli inviti cartacei. E la lista ancora non si esaurisce: chi noleggia le auto, le agenzie di viaggi che preparano e vendono il viaggio di nozze, e di conseguenza gli albergatori, le compagnie aeree o le navi di crociera. Insomma una lista molto lunga che probabilmente vivrà una crisi importante per assenza di clienti.
Infine gli sfortunati sposi, che secondo l’esperta «avranno difficoltà a trovare una nuova data in cui tutti i fornitori saranno disponibili. Il nostro lavoro, attualmente, è proprio quello di cercare di raccordare tutte le figure coinvolte. La situazione, però, è difficile. Ci sono fotografi che hanno chiuso la partita Iva e non sanno se la riapriranno, fioriste che si vedono costrette a chiudere». Ed il rischio, in questi casi, è che gli sposi possano anche perdere i soldi già anticipati per prenotare il servizio richiesto con mesi di anticipo.
E poi c’è l’incognita sulla data futura. Se anche molti dovessero scegliere di sposarsi a settembre o ottobre, non ci sarebbe – allo stato attuale – la certezza di banchetti nuziali con decine e decine di invitati. Assembramenti che potrebbero non essere ancora consentiti. «Non manca chi decide di sposarsi comunque, ma sostanzialmente in forma privata – aggiunge l’esperta Simonetta Quieti all’Ansa – è un settore completamente in ginocchio, lavoriamo senza alcuna certezza». (ilmessaggero)
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