“L’eccellenza delle filiere agroalimentari in Sicilia come leva di crescita”: è il titolo di un webinar organizzato dalla Banca Popolare Sant’Angelo e dalla Fondazione Curella. Nel corso dell’incontro tante le tematiche trattate, su tutte le potenzialità delle filiere agroalimentari siciliane e delle inefficienze che ne limitano la competitività, con l’obiettivo di individuare gli strumenti di sostegno più adeguati alla crescita delle imprese del settore.
“Quello agroalimentare non è un comparto che cresce da solo – ha detto l’amministratore delegato di Banca Sant’Angelo, Ines Curella -, bisogna avere obiettivi chiari e precisi. Quello dell’agricoltura è un tema centrale della nostra tradizione ed è importante parlarne adesso, in questo momento”.
“La Sicilia è storicamente una terra a spinta agricola – ha proseguito Ines Curella -. Negli ultimi anni si sono sviluppate imprese più competitive sotto tutti i punti di vista. Noi, come banca, ci siamo evoluti rapidamente, diventando una struttura multicanale aperta ai nuovi scenari . Se ci si pongono obiettivi chiari è possibile governare il processo di cambiamento, e per questo abbiamo concepito nuove offerte, in costante evoluzione, studiando ulteriori possibilità, non solo nelle linee di credito ma anche nella consulenza di qualità alle imprese, e su tutto ciò abbiamo riscontrato un diffuso interesse. Ad esempio, intendiamo pubblicizzare e valorizzare i prodotti delle nostre aziende, in particolare all’estero, perché siamo persuasi che il settore agroalimentare possa e debba rappresentare il pilastro centrale dell’economia regionale siciliana. Il comparto, per evolversi, ha però bisogno di adeguati strumenti di sostegno finanziario, e questo è un compito che spetta alle banche locali come la nostra, nata e cresciuta in simbiosi con il territorio e con gli operatori economici che lo connotano. Ma serve anche il supporto delle istituzioni, in particolar modo quelle regionali. Noi siamo pronti a fare la nostra parte per la crescita della Sicilia”.
La Sicilia è la prima regione in Italia per prodotti e aziende biologiche e oltre 1200 giovani hanno avviato attività nel settore agroalimentare, condizione che piazza l’isola al primo posto in Italia per numero di under 35 che hanno intrapreso questa avventura imprenditoriale. Alessandro Albanese, presidente di Confindustria Sicilia, ricorda che “Un agricoltore italiano su sette si trova in Sicilia ma ci sono ancora difficoltà nel settore della trasformazione del prodotto, oltre alla questione legata alla gestione e ai costi del magazzino e al successivo trasporto. È necessario incentivare l’innovazione aziendale, mettendo le imprese a sistema con banche e istituzioni, dando più valore al tempo, in maniera tale da incentivare le filiere e l’economia circolare, riuscendo a mettere la Sicilia al centro dell’economia di settore, grazie a questo brand fortissimo di cui godiamo: il brand Sicilia”.
Fondamentali per lo sviluppo restano sempre gli interventi normativi finalizzati a imprimere un spinta significativa al settore, soprattutto quelli provenienti dall’Europa: “La nostra è una terra di eccellenza produttiva, con una biodiversità forte e di altissimo livello – ha detto Dario Cartabellotta, Dirigente dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Siciliana -. La crescita che c’è stata negli ultimi venti anni è stata determinante. Oggi c’è un sistema che deve fare i conti con quello che la pandemia ha lasciato, anche se questo periodo ha confermato che bisogna ripartire dalla terra. Bisogna intervenire sui criteri di selezione, incentivando chi immette i prodotti sul mercato. Le chiavi di volta sono connessione e conoscenza, la pandemia ci ha insegnato anche questo. Stesso discorso vale per ricerca e innovazione, aspetti che, uniti a banche e istituzioni, devono portare anche ad una riforma della pubblica amministrazione in Italia”.
Tra le questioni e le problematiche che attanagliano le aziende ci sono quelle che riguardano l’accesso al credito. Da questo punto di vista, però, gli istituti si stanno muovendo soprattutto per ridurre i tempi. “L’accesso al credito è il principale problema per le imprese – ha sottolineato Carmelo Piscopo, Presidente della Fondazione Angelo e Nicolò Curella -. E’ richiesta una sempre maggiore selettività, perché la normativa comunitaria chiede alle banche analisi quantitative più che qualitative e un’attenzione a quello che le aziende si propongono di fare. I bilanci sono di sempre più difficile lettura, l’esigenza prevalente da parte del sistema è di innovazione, progettualità e semplificazione burocratica. Le banche si stanno muovendo per superare queste difficoltà cercando di creare delle misure ad hoc per il singolo imprenditore, con una rete di specialisti per ogni settore. Abbiamo accordi con assicurazioni, banche estere e società che si occupano del credito di imposta per cercare di coprire qualsiasi tipo di esigenze e condividere delle certezze”.
“E’ emerso che serve un connubio tra aziende, distribuzione e banche – ha spiegato Antonio Coppola, Presidente della Banca Popolare Sant’Angelo -. La burocrazia esiste in ogni settore, alleggerirla significherebbe aiutare e dare fiducia alle imprese. Cercheremo nuovi campi dove trovare ulteriori partnership per sostenere la crescita delle aziende e accompagnarle verso il raggiungimento dell’obiettivo dell’eccellenza”. Tra le testimonianze di imprese quelle di Manfredi Barbera, (oleifici Barbera), Francesca Pecorino (gustibus), Francesca Paola Gioia di ANGA Sicilia (Associazione Nazionale Giovani Agricoltori) e Nino Scivoletto, Direttore Consorzio Cioccolato di Modica Igp. Nel corso del webinar sono intervenuti anche Fabrizio Escheri, presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Palermo; Paolo Lo Bue, vice presidente ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali della Provincia di Palermo; Daniele Monti, dell’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Palermo e Raffaele Mazzeo, Partner di RSM Società di Revisione e Organizzazione Contabile Spa.
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