24 Settembre 2024

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Film – “Una donna promettente”: la recensione

di Angela Ganci, psicologo psicoterapeuta, giornalista, docente.

“Una donna promettente”: un film complesso e avvincente con una trama che lascerà sicuramente senza fiato fino all’ultimo fotogramma, ricca di vicende umane, come umana è la sofferenza derivata dalle violenze subite e umanamente comprensibile la brama di riscatto dalla condizione di vittima passiva, succube dell’aggressività altrui.
La pellicola, che si è aggiudicata l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale, racconta la storia della trentenne Cassie Thomas (Carey Mulligan), promettente studentessa di medicina, ma che, a dispetto del titolo, vediamo, fin dalle prime scene, triste, sola, ancora in casa con i genitori, senza speranza. Le speranze frantumate sono quelle di una carriera lavorativa sospesa, a causa di un passato traumatico, un evento che l’incontro con Ryan, ex compagno del college, riporta a galla.
Il film Una donna promettente, intrigante e dai toni a volte molto amari, uscito nelle sale italiane lo scorso 24 Giugno, per la regia di Emerald Fennell, fin dalle prime scene, presenta una Cassie protagonista che finge di essere ubriaca, un ragazzo che le si avvicina e le chiede se stia bene, un finto malessere architettato per sfociare in una serie di delitti, suggellati dalla stessa ragazza che si ritrova sporca di sangue.
Gli uomini, ucciderli, questa appare la missione di Cassie, mentre nasce l’attrazione per quel collega del passato e la richiesta di rivedersi, come espressione di un sentimento nobile, ben lontano dal disprezzo provato per tutti gli uomini adescati a tradimento e quindi minacciati e consegnati alla Morte.
Siamo di fronte a una personalità femminile accattivante, al confine con il sadico, ma a tratti tenera, una donna soverchiata da una vendetta, per cui sacrificare tutto.
Una vendetta ben presto svelata, per cui dobbiamo arrivare all’incontro con una vecchia compagna di college, Madison, e al ricordo di qualcosa di brutto capitato molti anni prima, che inizia a aquarciare il velo del mistero nascosto dietro a quegli omicidi, e il contenuto preciso di quei massacri.
Il riferimento forte è a un abuso sessuale subito dopo un’ubriacatura, a cui nessuno aveva creduto, neppure Madison, a quei tempi.
Si risale così al centro della vendetta, cuore pulsante del film: lo stupro di gruppo ai danni di Nina, amica della protagonista, e la sua Morte conseguente, le accuse ai carnefici non ascoltate, si ricordano le risate del gruppo abusante, le parole del Rettore che concede il beneficio del dubbio al ragazzo abusante e ai complici, perché “si è innocenti fino a prova contraria”.
Ed ecco in moto una vendetta ai danni di chi non ha creduto: proprio la figlia del Rettore presentata a dei ragazzi minuti di vodka, in modo che la madre capisca la gravità del gesto, sulla pelle della figlia amata. Una madre che ammetterà’ infatti la ragione della vittima, quando si sarebbe però’ trattato solo di uno scherzo di pessimo gusto.
Una psicopatia al femminile che si manifesta in svariati modi, attraverso, per esempio, la distruzione di oggetti di fronte alle critiche, alternata a una dolcezza estrema quando la stessa Cassie parla con il ragazzo che le piace, fino all’approdo all’avvocato che difese lo stupro, che non si perdona e chiede aiuto.
Una carneficina che si arresta pian piano, a questo stadio del film, proprio con questo perdono, con l’invito a dimenticare la violenza subita dall’amica e quel “non essere potuta intervenire” per fermarlo.
Il perdono che libera innanzitutto se stessi, che apre a nuove possibilità, come alla possibilità dell’amore con l’ex compagno del college, e alla richiesta di riprovarci, dopo essersi liberata dalla schiavitù del dover per forza vendicarsi e sprecare energie in questa direzione.
Un amore nuovo suggellato dalla presentazione ufficialedella nuova fiamma in famiglia, fino a quando (e qui probabilmente non ce l’aspettavamo!) il ricordo delle violenze sostituira’ interamente i Territori fiorenti dell’Amore.
E sarà la forza dell’Amore, sicuramente dell’Amore per la Giustizia, a portare a galla un’ulteriore Verita’ finale sullo stupro di Nina, quella che risolverà ogni ingiustizia. Questo però è un Finale decisivo, che solo la visione completa del film renderà totalmente “nel suo valore di shock”, e che mostrera’ come il Giusto trionfa sempre e comunque.
Perché, nessuno, ma proprio Nessuno, potrà scampare alla Vendetta, quando anche l’Amore svela il suo Vero volto crudele, in un film che, fino alla fine, presenta interessanti capovolgimenti, in un gioco delle identità in cui i Morti risorgono in maniera inquietante, per ottenere quella Giustizia che in Vita era stata loro negata.
Violenza al maschile, vendetta al femminile, morti antichi e morti recenti le cui sorti seguiamo, in un susseguirsi incalzante di colpi di scena, durante lo scorrere delle immagini terminali. Filo Conduttore, la Giustizia dell Aldilà’, dei Morti antichi e di quelli recenti, e l’intervento della Giustizia umana che assicurerà’ alle sicure prigioni i Rei e i complici.