Fisco, non fare questa operazione sul conto corrente ti mette un bersaglio sulla schiena: i controlli partono subito

Agenzia delle Entrate (foto ascompd.com) - mediaoneonline.it
L’Agenzia delle Entrate e quei controlli “nascosti”: come evitare problemi.
Molti cittadini lo ignorano del tutto. Non si pensa tanto al fatto che l’Agenzia delle Entrate controlli, ogni giorno, migliaia di operazioni, anche tra le più comuni. Il sistema di sorveglianza fiscale si è infatti evoluto parecchio grazie all’uso incrociato dei dati bancari e dei flussi finanziari digitali, permettendo all’amministrazione tributaria di scoprire rapidamente eventuali irregolarità.
Spesso basta un versamento in contanti non giustificato, un bonifico ricevuto da un soggetto sconosciuto o un trasferimento tra conti personali per finire sotto la lente d’ingrandimento. I controlli non si attivano solo in presenza di grandi somme, ma anche quando i movimenti risultano anomali rispetto al profilo fiscale del contribuente.
Oggi, più che mai, è fondamentale sapere quali comportamenti possono destare sospetto, così da prevenire sanzioni, accertamenti fiscali e possibili segnalazioni per riciclaggio. Le banche stesse sono obbligate a segnalare alcune transazioni sospette direttamente all’Unità di Informazione Finanziaria (Uif), che collabora con l’Agenzia delle Entrate.
Ma attenzione, perché il rischio di accertamenti si estende a molte situazioni quotidiane che prima passavano inosservate. Conoscere le regole e prestare attenzione è l’unico modo per evitare conseguenze spiacevoli. Uno dei casi è quello di bonifici ricevuti da soggetti privati, soprattutto se frequenti o di importo rilevante, che possono destare numerosi sospetti: in assenza di una chiara causale o documentazione che dimostri la natura esente della somma (donazioni, rimborsi, vendite di beni usati), il denaro potrebbe essere considerato reddito imponibile.
Operazioni a rischio: cosa “guarda” davvero il Fisco
Tra le operazioni che più facilmente attirano l’attenzione del Fisco troviamo ad esempio i prelievi e i versamenti in contanti. Se troppo frequenti o sproporzionati rispetto al reddito dichiarato, possono innescare controlli e richieste di chiarimento. Anche i bonifici tra parenti o amici, se non documentati, possono sembrare sospetti.
Un altro ambito critico riguarda i trasferimenti di denaro all’estero o da conti esteri, soprattutto se effettuati in Paesi considerati “a rischio fiscale”. L’Agenzia delle entrate è attentissima, e può chiedere la provenienza dei fondi e la motivazione del movimento. In caso di mancata risposta, scattano accertamenti patrimoniali e sanzioni.

Bersagliati anche se stiamo… fermi
Numerose sono le operazioni “delicate”, se ci si riferisce proprio al rischio di controlli più approfonditi. Fra i casi più curiosi, ma tutt’altro che rari, i controlli che scattano quando il conto rimane inattivo e si effettuano pochi prelievi. Così come nel caso di prelievi ricorrenti o versamenti ingenti – che possono insospettire la banca – da segnalare il caso in cui si verifichi una “assenza” di prelievi. Non prendere mai soldi all’ATM, infatti, fa scattare numerosi dubbi.
E ciò accade soprattutto se si ricevono stipendio o pensione. La mancanza di tali operazioni può far pensare che si stia vivendo grazie a entrate non dichiarate. Anche in assenza di movimenti, dunque, è possibile che scatti un accertamento da parte del Fisco. In questo senso è importante essere in grado di documentare eventuali entrate alternative, come regali, vincite o donazioni. In mancanza di prove, si rischia che le somme spese vengano considerate reddito non dichiarato, con conseguenti sanzioni fiscali.