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Una spettacolare eruzione dovuta ad un cedimento della parte superficiale del cratere Sud-est dell’Etna sta preoccupando gli abitanti della zona. “Fenomeno normale” dicono gli esperti, ma i paesi della zona chiedono a Musumeci lo stato di calamità
Nonostante lo spettacolo unico, torna a far paura l’Etna che oggi è tornato ad eruttare dal cratere Sud-est, proiettando un’alta nube scura su tutta la zona visibile a chilometri di distanza.
Un lungo fiume di lava alimentato da una spinta molto potente si sta attualmente dirigendo dentro la Valle del Bove nel versante orientale del vulcano. Una fontana di lava alta oltre 50 metri ha formato l’impressionante colonna di fumo che ha costretto alla chiusura l’aeroporto internazionale di Catania. E proprio in questa zona e in tutta la provincia, una pioggia di cenere e pietre grandi oltre un centimetro ha spaventato gli abitanti, mettendo immediatamente in moto l’unità di crisi per far fronte all’emergenza legata sia alla cenere lavica sia all’enorme nuvola di fumo.
Lo scivolamento a valle della lava è stato innescato dal cedimento di una parte superficiale del cratere verso le 16,00 che ha provocato un rabbocco del magma. Per fortuna gli esperti dell’Ingv (l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ndr) hanno assicurato che l’attività non ha colpito i centri abitati della cintura del vulcano. In un comunicato Stefano Branca, direttore dell’Ingv, di Catania ha dichiarato all’agenzia Agi che l’evento in corso “non è assolutamente preoccupante e fa parte della normale attività del vulcano” ha poi concluso con una battuta: “Ne abbiamo viste di peggio”.
Intervistato anche il vulcanologo dell’Ingv Boris Behncke che ha raccontato la modalità che ha poi provocato l’eruzione. “C’è stato un crollo, nella parte Sud-Est, di un po’ di materiale che si è accumulato in questi giorni. È stato l’inizio di un trabocco lavico che ha innescato questo scivolamento del materiale. Siamo di fronte ad un fenomeno molto impressionante, ma superficiale e con piccoli volumi”.
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