di Angela Ganci, psicologo psicoterapeuta, giornalista e scrittrice
Rappresentazione della Passione, Morte, Resurrezione e Gloria di Gesu’ Cristo: una tradizione che si ripropone puntualmente ogni anno, in un altissimo riconoscimento al sacrificio divino in favore di tutta l’Umanità messo in atto magistralmente dalla Confraternita di Maria SS. Addolorata del venerdì Santo “ai Fornai” a Palermo, coscienti dell’essere Dio Roccia e noi esseri umani, forti, nelle debolezze per cui a Lui ci affidiamo.
Una tradizione scenica, religiosa, che parte da una Confraternita storica, fondata nel 1922, che vive ed opera nel quartiere Albergheria (uno dei più importanti centri artistici della città di Palermo), entro il mandamento Palazzo Reale, a pochi passi dalla chiesa di San Giovanni degli Eremiti e del Palazzo Reale. Una Confraternita con sede presso la chiesa di sant’Isidoro Agricola (fondata nel 1634), aggregazione laicale che, oltre che per i riti della Passione, è conosciuta per il tradizionale presepe di pane e per la continua presenza attiva nei bisogni sociali del quartiere.
La chiesa di Sant’Isidoro, patrono di Madrid, un simbolo che entra a pieno nel contesto storico della dominazione spagnola della città in uno dei momenti più interessanti dal punto di vista artistico/culturale; in questo periodo, infatti, nascono a Palermo diverse realtà laicali aventi come culto la Mater dolorosa.
La Vergine addolorata, la madre che piange, che incarna tutte le maternità, tutti i drammi della storia passata e presente, la stessa portata a spalla dai fedeli dietro al feretro contenente il simulacro del Cristo deposto, segno dell’amore di un Dio che si è donato tutto per l’umanità.
Di questa tradizione storica e delle sue peculiarità per l’anno 2024 parla ai microfoni di Teleone Antonino Mazza, vice superiore della Confraternita di Maria SS.Addolorata del Venerdì Santo “ai Fornai”.
“L’iter di questo 2024 inizia con la liturgia della passione alle ore 15 presso la Chiesa di San Giuseppe Cafasso, dopo la celebrazione il Cristo morto verrà trasportato, scoperto, in una lettiga in mezzo alla gente, prima di entrare nella chiesa di San Nicolò all’Albergheria un angioletto sale verso il Cielo lanciando petali di rose sopra il Signore stesso. Seguirà un intervento del parroco, del Sindaco, dell’Assessorato alla famiglia e del comandante della legione dei vigili urbani, Cristo viene a questo punto posto dentro l’urna, quindi parte il corteo storico, al seguito alcune piccole ragazzine con le mantelline, e i Sommi sacerdoti. Il Cristo esce infine in strada dentro l’urna, il bambino riscende e infilerà la Palma nell’urna, il Cristo è in mezzo ai fedeli e quindi a finire l’Addolorata. La Processione inizia alle ore 17, Cristo, uscito dalla Chiesa, darà avvio a questa lunghissima e sentita processione che si snoderà fino alla zona Oreto e poi, al rientro, alle 23,30 verrà proiettato un video mapping che ricorda l’evento Passione con l’apparizione di Santa Rosalia, stante l’anniversario numero 400 del ritrovamento delle sue spoglie”.
E riguardo a uno degli antichi riti della settimana santa, il Martorio, ovvero la drammatizzazione della Passione di Cristo, evento storico che ha sempre coinvolto circa ottanta ragazzi e famiglie del quartiere palermitano, che hanno partecipato con dedizione a un’esperienza personale, quale quella del Teatro, con la possibilità di mettersi in gioco per portare un messaggio alla cittadinanza, si prospetta un suo immediato ritorno nel 2025.
“Prima del COVID la manifestazione era conosciuta come rappresentazione vivente, da cinque anni è purtroppo sospesa, l’anno prossimo già annuncio che sarà riproposta per il pubblico. Un augurio di buona Pasqua soprattutto per la Pace nel mondo in questo momento storico tragico e bisognoso di salvezza” conclude Mazza.
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