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Inside Out 2: Quando l’ansia è dentro tutti noi

di Angela Ganci, psicologo psicoterapeuta, giornalista e scrittrice

Inside Out 2: Quando l’ansia è dentro tutti noi.

Questo il possibile sottotitolo del sequel di Inside Out (2015), film attualmente presente nelle sale italiane, prodotto dai Pixar Animation Studios, in co-produzione con Walt Disney Pictures, e distribuito da Walt Disney Studios Motion Pictures.
Con Inside Out 2 torniamo nella mente della piccola Riley e scopriamo la rivoluzionaria fase della pubertà e l’entrata in scena di nuove emozioni, rimarcando la sfida dell’autodeterminazione e, nel farlo, portando alla ribalta una fase evolutiva fisiologicamente rivoluzionaria, quella della pubertà. Un’età di cambiamenti in cui “sentirsi disgustosi”, in cui fanno ingresso nuove emozioni, Ansia, Imbarazzo, “un ragazzone”, Invidia e Noia, fino a Nostalgia.
Un’età di ambientazioni in un Camp in cui impera una coach severa, in cui sopportare le critiche della squadra. Una Riley che cambia, che ha bisogno di nuove emozioni, che la cambieranno “dalla testa ai piedi”. Obiettivo dichiarato: creare una nuova Riley, mentre le vecchie emozioni vengono relegate in un caveau, quali emozioni represse. Ed allora il piano: Risalire fino all’inconscio e ripristinare il senso di Sé di Riley, il suo flusso di coscienza. E chi meglio di tristezza può riprendere il comando?
Interessante, nel film, a mio avviso, l’approccio nel conoscere le altre compagne di hockey attraverso domande dirette giostrate da Ansia e attraverso la compiacenza nel mangiare le stesse cose che non piacciono alle compagnette solo per farsi accettare, cose che “puzzano di broccoli”, in realtà che la stessa Riley non gradisce. “Se sarò brava ad hockey avrò delle amiche”, torna il classico pensiero disfunzionale a rimarcare l’urgenza ansiosa di apparire diversa da un Sé autentico.
Da qui spiegata l’uscita con il gruppo: essere disinvolte, adeguarsi, emulare, fingere di avere capito la battuta, dire di una band che non piace, ma che piace alle nuove potenziali amiche, la band “cool” del momento, tutto per essere “una di loro”, come quando Riley si tinge di Rosso i capelli copiando il look delle compagnette. Ma come migliorare ed essere parte del gruppo? Certamente guardando nel taccuino dove vengono contenuti tutti i pensieri delle compagne, ma “tutto questo finché non avrà recuperato il senso di Sé” e “Ansia sarà finita”. Sebbene non sia un personaggio volutamente cattivo, alla fine, infatti, Ansia rischia di diventare causa di sofferenza per la protagonista. Perché si tratta non “di Chi è Riley”, ma di chi “Deve essere”. Un rimando evidente al falso Se’ winnicottiano che tanta parte ha in questo cartone storico che a ciascun interessato spetta visionare nel gran finale.
Ansia, chi potrà fermarla? Forse con il tempo Gioia non comanda più e Ansia prende il sopravvento mentre riecheggia la frase “Non sono all’altezza!”. Questa la “scommessa” del film, questo il Senso del Viaggio delle vecchie emozioni e del Senso di Sé che langue indebolendo Riley, prima di ammettere di Essere una Brava persona, con la necessità di integrazione delle differenti parti di Sé e l’impossibilità di controllare gli eventi. Perché sono le sfaccettature a rendere ciascuno se stesso, unico e da accettare in ogni caotica parte di Sé. Emblematica al riguardo la scena finale (Gioia dice ad Ansia di concentrarsi su quello che può fare nel presente, come studiare per il compito del giorno dopo) che sembra suggerire una possibile strategia per chi soffre d’ansia. Come ben viene evidenziato al link https://www.ilsussidiario.net/news/scuola-emozioni-in-liberta-gli-adulti-non-servono-la-lezione-ambigua-di-inside-out-2/2739230/ in definitiva “il finale di Inside Out 2 è luminoso e positivo. Riley torna a casa contenta perché ha riacquistato un equilibrio affettivo stabile e ha imparato che anche le emozioni “negative” e i brutti ricordi sono utili.  Le emozioni si sono “comprese” tra loro e alleate per strutturare in Riley un nuovo sentimento di sé, adeguato alle nuove problematiche e alle attese del mondo circostante e della società”.