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Perché dopo le piogge nelle strade siciliane compaiono spesso le buche. Il caso di Palermo ma non solo

di Giulio Ambrosetti

Puntuali, dopo le piogge, in tante strade della Sicilia compaiono le buche. E’ un fenomeno che si nota a Palermo dove, in verità, alcune importanti strade sono state sistemate dopo decenni di abbandono. Di questo lavoro meritorio va dato atto all’attuale amministrazione comunale. Ma la situazione, in tante altre parti della città, rimane precaria, soprattutto nelle periferie e nei quartieri popolari, dove le strade, dopo le piogge, sembrano letti di dolore. Un problema non soltanto per le automobili ma anche per le moto, per le biciclette e per i monopattini sempre più diffusi. Come già accennato, il problema riguarda tutta la Sicilia. Molte strade provinciali, ad esempio, cadono a pezzi. Un tempo la competenza era in capo alle amministrazioni provinciali. Scriviamo un tempo, perché da un decennio a questa parte o giù di lì, è subentrata la Regione siciliana, causa crisi finanziaria delle Province, alle quali hanno cambiato il nome: Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina e Liberi consorzi comunali di Trapani, Enna, Caltanissetta, Agrigento, Siracusa e Ragusa. Ma non sempre la Regione riesce ad occuparsi di tutte le strade provinciali. Così come i Comuni della nostra Isola non sempre riescono a sistemare le strade cittadine. Motivazione: problemi finanziari.
Proviamo a entrare nel dettaglio. Se una strada cittadina, provinciale o una qualunque strada viene abbandonata per anni diventa fragile. Si formano le crepe, alcune quasi invisibili, altre visibili. Quando piove l’acqua si infiltra in queste crepe. Al passaggio dei pneumatici delle auto l’acqua subisce una compressione e fa crescere le dimensioni delle fessure. Man mano che i mezzi gommati percorrono la strada si forma una depressione che porta in superficie il materiale che si è frantumato. Con il continuo passaggio delle auto si formano le buche. Più pesanti sono i mezzi gommati, maggiore è il danno che subisce la strada. A Palermo il fenomeno è diffuso e visibile perché la città, ogni giorno, è attraversata da tanti, forse troppi mezzi gommati pesanti.
La passata amministrazione cittadina ha acquistato una macchina che passa sopra le buche e le ripara, o quasi, con una gettata di asfalto. Una tecnica, chiamiamola così, che viene utilizzata in parte anche dall’attuale amministrazione comunale. Per carità, davanti a un’emergenza, ovvero buche che costituiscono un pericolo per l’incolumità delle persone, il rimedio è di certo meglio che niente. Ma è una sorta di tela di Penelope, perché con le piogge e con il passaggio delle auto il problema si ripropone tale e quale, se non aggravato. L’unica soluzione è sistemare le strade cittadine, provinciali e, in generale, tutte le strade.
In ogni strada andrebbe rimossa la vecchia pavimentazione; bisognerebbe ricompattare il terreno; utilizzare uno strato di pietrisco per drenare l’acqua; poi bisognerebbe stendere uno strato di emulsione bituminosa per legare il suolo allo strato di asfalto e stendere il conglomerato bituminoso. Infine lo strato di asfalto andrebbe compattato con un rullo compressore. A Palermo alcune strade, come già ricordato, sono state rifatte. Ma il lavoro dovrebbe proseguire anche nelle periferie e nei quartieri popolari. Non sappiamo quale sia lo stato delle strade negli altri Comuni della nostra Isola e, in generale, nel resto delle strade. Da quello che leggiamo qua e là lo scenario non è esaltante. Sappiamo che a Palermo il Comune si sta attivando per sistemare altre strade. E sappiamo anche che quando piove, oltre al problema degli allagamenti, c’è anche il problema delle strade che diventano ’gruviera’. Forse, oltre alle grandi opere, che sicuramente servono, in Sicilia si dovrebbe pensare a un grande piano per mettere in sicurezza tutte le strade che oggi presentano il manto stradale dissestato.

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