28 Settembre 2024

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Percorsi diagnostico terapeutico assistenziali (PDTA) per le demenze: Report del Convegno di Palermo.

di Angela Ganci, psicologo psicoterapeuta, giornalista, docente 

Attenzione al paziente, centralità della cura e  importanza della diagnosi precoce nella predisposizione di precisi piani diagnostico assistenziali, “costruiti intorno alle esigenze del paziente”: questo lo spirito entro cui si è mosso il Convegno “Diagnosi e Management delle Demenze”, svoltosi presso l’aula “Maurizio Ascoli” del Policlinico Paolo Giaccone di Palermo lo scorso 10 Novembre e patrocinato, tra gli altri, dall’Università degli studi di Palermo e dalla SIBioC, Società Italiana di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica.
Un convegno che nasce da un’esigenza sociale sempre più pressante: si stimano infatti 6 persone su 100 oltre i 60 anni ad essere affette dal Morbo di Alzheimer, con l’obiettiva definizione di un problema sociale non indifferente e allarmante, poiché do decorso medio-lungo e gravante sulle famiglie.
Difficoltà nell’orientamento spazio-temporale, wanderning ovvero vagabondaggio tra i sintomi,
vari i fattori di rischio tra cui l’età avanzata e il sovrappeso, mentre tra i fattori protettivi la dieta mediterranea.
A partire da tali criticità l’ideazione di un nuovo percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) per le demenze, strutturato dall’Azienda Ospedaliera Universitaria della città e destinato a soggetti con sospetto di declino, perciò sottoposti a valutazione cognitiva di primo e secondo livello, con la chiara definizione della patologia demenziale e la disamina dei sottotipi della stessa, come la demenza vascolare, e l’enfasi sugli approcci farmacologici e non farmacologici nella cura della demenza, come l’Alzheimer cafe’, spazio informale e de-istituzionalizzato per i malati e i loro familiari, un luogo accogliente, in cui socializzare e parlare dei propri problemi, con la presenza di esperti on materia.
In che modo strutturare il PDTA secondo gli esperti, nella consapevolezza di un percorso migliorabile, sempre in un’ottica che superi una prospettiva ospedalocentrica?
Si partira’ da una diagnosi che preveda una diagnostica per immagini e specifici esami di laboratorio, centrale il ruolo dei biomarcatori per la diagnosi precoce della malattia di Alzheimer, con il ruolo del MMG come front office, fino al supporto dei familiari e al ruolo dell’ASP e delle Associazioni di familiari. Un percorso che contempla un’assistenza domiciliare per agevolare le autonomie del paziente nel proprio ambiente di vita, che parte dal territorio, arriva all’ospedale e ritorna al territorio, seguendo il paziente fino al fine vita.
Si parla infatti di interventi con e sulla famiglia, con il ruolo dello psicologo nel counseling, cosi come del MMG e del geriatra. La demenza è infatti una malattia complessa, con componenti vascolari, con presenza di diabete e altre complicanze, come la depressione.
Ecco il ruolo globale del PTDA nella valutazione multidimensionale, delle comorbilita’, del supporto alle famiglie, sia nel periodo pre- che post malattia.
Ecco inoltre l’importanza della ricerca, del dato di laboratorio, dei biomarcatori come componenti dei LEA (livelli essenziali di assistenza) in una tavola rotonda ricca di riflessioni e suggestioni, diretta dal Prof. Marcello Ciaccio, Professore Ordinario di Biochimica Clinica presso la Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università di Palermo e Direttore del Dipartimento di Diagnostica di Laboratorio del Policlinico Universitario di Palermo, motore trainante dell’evento.
Un compito sociale, quello dell’individuazione di un percorso socio-assistenziale, a vasta risonanza, che, come sottolinea il Dr. Marcello Giordano, responsabile del Centro di Riferimento Regionale Demenze Senili e Alzheimer ASP 6 Palermo, affronti le criticità nella diagnosi e cura delle persone con demenza, che affronti il tema del finanziamento pubblico, anche in relazione alla percezione di sussidi economici per i pazienti disabili gravissimi, suggerendo una diagnosi tempestiva, abbattendo così le liste di attesa, il potenziamento del personale e della procedure di telemedicina, teleriabilitazione e psicoeducazionali.