ROMA (ITALPRESS) – Nelle relazioni annuali a Governo e Parlamento, il presidente dell’ARERA, Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, Stefano Besseghini, ha sottolineato più volte che in un Paese così diversificato, con regioni che attraverso i rifiuti producono ricchezza e altre che continuano a riempire le discariche, non esiste una soluzione unica.
Con il secondo Metodo Tariffario Rifiuti, che sarà applicato fino al 2025, continua l’approccio “asimmetrico” premiando l’impegno degli enti e dei gestori che realizza impianti moderni e penalizzando le scelte come l’incenerimento e la discarica.
Presidente Besseghini, questo significa che i cittadini nelle zone con le discariche pagheranno di più?
– Il sistema attraverso il quale si determina la TARI finalmente ha dentro molti parametri che consentono di premiare gli enti territorialmente competenti e i gestori di impianti in grado di fornire servizi migliori ai cittadini e ridurre l’impatto ambientale. Le discariche e i vecchi impianti di incenerimento verranno penalizzati economicamente ed è possibile che questo provochi anche aumenti nelle bollette. Il modo di evitarlo è razionale e sostenibile: programmare la realizzazione di impianti di trattamento, recupero e riuso dei rifiuti. Se i cittadini nell’ultimo decennio sono stati bravi a imparare a fare la raccolta differenziata è giusto che ora gli enti e gli operatori realizzino impianti per trattare i rifiuti, eliminando le discariche, come l’Europa chiede da tempo.
Il problema degli impianti è sempre nella localizzazione, nella scelta delle aree.
– E’ un tema che riguarda tutto il mondo. Ma avere vicino una discarica che non fa respirare e inquina la falda acquifera non è come avere un impianto moderno, con emissioni ridotte e costantemente controllato. Sostituire le discariche con impianti moderni sarebbe una buona partenza, il Metodo Tariffario, peraltro, tiene conto della prossimità permettendo di ridurre la TARI agli utenti in base alla distanza dall’impianto.
La Sicilia ha un problema storico con i rifiuti.
– Non è la Sicilia, è l’Italia ad avere un problema storico con i rifiuti. I problemi li ha Roma, come li hanno avuti Milano, Napoli e altre città. Nel Mezzogiorno la dotazione di impianti è decisamente minore e prevalgono le discariche, ma c’è anche una minor presenza di operatori integrati, di aziende che gestiscano più fasi del ciclo: spazzamento, raccolta, trasporto, conferimento e trattamento. Anche per questo nel MTR si incentivano le forme di aggregazione o di completamento della filiera. Credo che questo sia il momento migliore per cambiare radicalmente approccio: ci sono le risorse del PNRR, ci sono precise regole nazionali e internazionali che spingono alla riduzione e riuso, ci sono gli incentivi del Metodo Tariffario e una cultura ambientale, nei cittadini, sicuramente superiore rispetto al passato. Qualsiasi amministratore dovrebbe tenerne conto.
Cosa succederà a chi non si adegua?
– Non è una scelta. Il Metodo Tariffario per determinare la TARI lo definisce ARERA perchè questo dice la legge. Gli Enti territorialmente competenti e i gestori possono decidere “come” ma non “se” applicarlo. L’Autorità mette a disposizione sia gli strumenti per aiutare chiunque nell’applicazione, che canali di ascolto per raccogliere segnalazioni. E’ chiaro che laddove giungano segnalazioni di inerzia, l’Autorità provvederà con i meccanismi sanzionatori previsti dalla legge.
(ITALPRESS).
More Stories
Traffico illecito di rifiuti tra Palermo e Trapani, 16 indagati
Benedetto Lupo interpreta Brahms al Politeama Garibaldi di Palermo
Arriva il “Sicilia Express”, il treno per tornare a casa a Natale dal Nord