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SERIAL KILLER IN COPPIA: IL CASO DEI CONIUGI BERNARDO

Angela Ganci

Psicologo psicoterapeuta, giornalista

Serial killer in coppia: una diade micidiale che possiede caratteristiche ben specifiche e che la letteratura criminologica ha individuato con chiarezza.

In particolare, la donna criminale della diade Uomo-Donna sarebbe attratta da una figura maschile carismatica, il classico “bravo ragazzo”, seppur con un’infanzia problematica, che vorrebbe accudire e proteggere, allo scopo di salvarlo dai suoi problemi infantili irrisolti.

Un pensiero molto lontano dalla realtà delle cose: saranno infatti le donne a divenire Vittima delle minacce di abbandono da parte dell’uomo, pressate dalle quali diventeranno appendici compiacenti del compagno sadico sessuale, che le costringerà a partecipare a “giochi” perversi e criminali, inclusa l’eliminazione delle vittime prescelte.

Questo il quadro generale all’interno del quale interpretare le caratteristiche distintive della diade Uomo-Donna Serial Killer: una delle più note coppie assassine, i coniugi Bernardo, seguiranno infatti questa linea di azione, rendendosi responsabili di atroci delitti, seguendo lo schema classico appena descritto, fino a che il ruolo della donna killer inizierà ad assumere una configurazione inaspettata.

Di seguito i punti salienti della storia criminale della coppia e l’iter processuale che ha esitato nella condanna dei due coniugi assassini.

Soprannominata la Coppia Perfetta, “Ken e Barbie”,i coniugi Bernardo si renderanno responsabili di tre atroci delitti nel periodo Dicembre 1990-Aprile 1992, attraverso un modus operandi che comprendeva l’avvelenamento, lo strangolamento, la tortura e la violenza sessuale di vittime ignare, ragazze prescelte con cura in base al soddisfacimento sessuale dell’elemento maschile della coppia.

Tammy Homolka, Leslie Mahaffy e Kristen French, le tre vittime, avvicinate e violentate (la prima, la sorella stessa della Homolka), secondo finalità simili, e intenzionalità predatorie. Vediamo quali.

I Bernardo, una coppia felice, almeno secondo i sogni romantici di Karla e la coppia inossidabile che immaginava; situazione diversa invece per Paul, che, stanco della loro vita sessuale, confessava apertamente alla donna la volontà di sperimentare situazioni nuove, costruire la sua “fattoria di vergini”, come lui la chiamava.

Prima all’appello la sorella minore della stessa Karla, daèprima sedata con una dose massiccia di sonniferi, poi sodomizzata per morire soffocata dal suo stesso vomito.

Una morte sadica a cui non seguì un’investigazione attenta, fondata su sospetti che andassero oltre la morte accidentale. Ecco che la morte della ragazzina passò per morte naturale, situazione che non fermò, anzi spinse ulteriormente l’uomo a proseguire nel suo progetto: cercare le sue vergini in lungo e largo, con la potente arma della minaccia, costituita dall’oscuro segreto della vera morte della sorella di Karla.

Seguiranno il secondo e il terzo omicidio, che avverrà il 16 Aprile 1992, ai danni della giovane Kristen che verrà umiliata, terrorizzata e abusata sessualmente. Abusi che ritarderanno ad essere riconosciuti dalla giustizia: infatti, il6 gennaio 1993 Paul verrà sì arrestato, ma con l’accusa di aggressione ai danni di Karla, in effetti senza alcun riferimento a lui in quanto autore delle violenze perpetrate ai danni delle tre giovani.

Sarà la testimonianza di Karla a cambiare le carte in tavola, che accuserà l’uomo dei tre delitti: Paul Bernardo verrà così arrestato il 17 Febbraio 1993 con l’accusa di aver ucciso Leslie e Kristen e per altre 53 aggressioni a partire dal 1983. Per tutti questi capi d’accusa si dichiara non colpevole.

Il processo inizia il 19 Giugno 1995, con una Homolka “preparata” a recitare il ruolo di “vittima complice” di un sadico maniaco sessuale, pronta a scaricare ogni responsabilità sul marito. Le perizie psichiatriche su Karla la dichiarano in tal modo vittima di Paul Bernardo, così che le vengono conferiti solo 12 anni di carcere; sorte peggiore tocca al marito condannato all’ergastolo per tre omicidi e quindici stupri.

Una vittima suo malgrado quindi, dipendente e minacciata? Ma le cose sono davvero andate così?

Non ne sembra convinta Linda Stunell, psichiatra americana, che sosteneva invece come fosse Karla a controllare il marito, fornendogli le vergini, e decidendo quando era il momento più opportuno per eliminarle. Come uno spacciatore assecondava il marito nelle sue dipendenze sessuali; l’uomo era essenzialmente un bambino dipendente dalla madre, e la donna realmente capace di vere azioni criminali, mostrando un’aggressività tutt’altro che innaturale. In questo senso il risultato del processo ai coniugi Bernardo sarebbe stato influenzato da una certa cavalleria della giustizia, che vedeva nella donna un essere incapace di violenza, eppure “capacissima” di condannare un uomo più di quanto realmente meritasse.