Strage di animali a Bagheria: carcasse di cani e gatti sono state trovate nella strada comunale Ranteria, nei pressi degli allevamenti ovicaprini, lo scorso 4 novembre. Ad ucciderli sarebbero state esche avvelenate, piazzate, verosimilmente per sopprimere gli animali randagi. Non è la prima volta che nella cittadina si verificano episodi simili: già tre anni fa, infatti, vennero avvelenati diversi cani. Ma storie di avvelenamento si sono registrate in passato un po’ ovunque in Sicilia, da Castelvetrano a Sciacca, da Rosolini a Paternò.
“Per sopprimere gli animali è stato usato un veleno potentissimo, la Metaldeide, molto usata in agricoltura”, è la denuncia del veterinario Gino Gagliano, direttore sanitario dell’ambulatorio veterinario “Città di Bagheria”. “In questo caso – prosegue – è stato aggiunto il veleno al tritato di carne ed è stato piazzato in diversi posti lungo la strada, in particolare in una strada senza uscita”.
Un veleno, dunque, potente ma molto rapido quello utilizzato a Bagheria. “Nell’arco di trenta minuti l’animale si presenta irrequieto e a volte aggressivo – spiega il veterinario -, ha difficoltà a mantenere la stazione quadrupedale, presenta delle mioclonie (contrazioni spastiche dei muscoli), vomito e abbattimento e un classico sintomo è la presenza di schiuma nelle prime vie aeree. Purtroppo, in rapporto alla dose ingerita, la morte può sopraggiungere in pochissimo tempo e avviene per paralisi respiratoria”.
Per strada, secondo il racconto del dottor Gagliano, sono stati trovati morti circa 15 animali tra cani e gatti randagi e sono stati uccisi anche alcuni di proprietà. Vittime dell’avvelenamento inoltre due pecore gravide che pascolavano nella zona, la cui morte ha causato una perdita economica per gli allevatori. “L’autopsia e l’esame del contenuto ruminale ci ha aiutato, insieme alla descrizione dei sintomi che i proprietari degli animali mi hanno raccontato, a riconoscere il tipo di veleno utilizzato per questo deplorevole atto”. “Spero che saranno trovati i responsabili – conclude Gagliano – e che manifestino un minimo di coscienza, evitando di ricadere in tentazioni”
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