Tre piani: la recensione del film di Moretti.
di Angela Ganci, psicologo psicoterapeuta, giornalista, docente
angela.ganci@gmail.com
“Tre piani”: tre storie, tre famiglie, tre emozioni, la trama del quotidiano che logora la vita, disfa i legami, apre le ferite, consuma il dramma.
Un film che è valso a Nanni Moretti, regista appassionato ed eclettico, un’ovazione a Cannes: undici minuti di applausi e grandissimo calore al termine della proiezione del film tratto dal romanzo del 2015 dello scrittore israeliano Eshkol Nevo, ma che apporta modifiche non indifferenti al testo scritto.
“Il film parla della difficoltà dell’essere genitori, della responsabilità delle scelte, del confronto tra istinto e norma morale, come nella figura integerrima del giudice, uno dei protagonisti del film da me interpretato, riprendendo la teoria freudiana di Es, Io e Super Io – sottolinea Moretti durante il dibattito con il pubblico svoltosi a Palermo il 16 Ottobre scorso, presso il cinema Rouge et Noir – Un film ideato durante la pandemia da cui dobbiamo uscire insieme, un film che contiene in se’ alcuni temi legati alle restrizioni e al periodo di quarantena, come l’isolamento sociale. A me, vi dico, fa impressione vedere questo film dopo la pandemia, pensando di essere qui, con una sala piena al 100%, finalmente quasi del tutto ritornati alla normalità. Tre piani è un film unico, non copiato dal libro a cui si ispira, peraltro un libro che reputo eccezionale, e che abbiamo modificato in parte. Ci siamo presi la briga di estendere l’arco temporale delle scene rispetto al libro, come il DOPO rispetto al rapporto sessuale consumato dall’attore Scamarcio, abbiamo pensato a una separazione affettuosa e non a una fine cruenta dell’uomo traditore per mano della moglie, come il libro invece suggeriva. Alcune scene sono poi state aggiunte, come la partenza in aereo della figlia ormai adulta di Scamarcio, come a indicare che la vita va oltre i tre piani di un edificio”.
Queste le dichiarazioni del regista alla fine di Tre Piani delle ore 17, film drammatico del 2021, con Margherita Buy e Nanni Moretti, uscito al cinema il 23 settembre 2021 e distribuito da 01 Distribution.
Ecco di seguito personaggi, azioni e sensazioni trapelate nello spettatore, che ciascuno potrà sperimentare, anche in seguito alla visione multipla della pellicola.
Gli adolescenti e i bambini sono in prima linea, come l’assassino ubriaco che uccide, figlio di due giudici, che si sente rispondere dal padre di meritare il carcere, che picchia quindi il padre accusatore (Nanni Moretti), e la bambina scappata e ritrovata nel bosco, che manifesta sintomi regressivi, che guarda nel vuoto in classe, che “si sta spegnendo”, sospettata di essere stata abusata sessualmente in un parco, il cui padre, il talentuoso e affascinante attore Scamarcio, non si da pace per il sospetto che la figlia sia stata abusata e per il senso di colpa per averla trascurata.
E ancora spicca l’incontro tra le tre coppie di inquilini, le cui storie si intrecciano, come nella scena in cui la madre dell’assassino chiede chi sia stata investito dal figlio alla vicina di casa che ha da poco partorito (Alba Rohrwacher) ed è sempre sola, senza la presenza del marito.
E quindi la comparsa del marito, le risate, la felicità, l’essere genitori, e ancora la passione, nel tentativo di seduzione della giovane nei confronti dell’uomo sposato (Scamarcio), ma anche la menzogna della vergine, la Vita oltre i problemi, i sotterfugi, l’addio, l’abbandono, le comprensioni, gli egoismi, i sarcasmi, tre famiglie distrutte, apparentemente divise, frantumate.
Merita sicuramente il film Tre Piani una visione disincantata, uno sguardo coinvolto e acuto, ma anche pronto a tutti i risvolti singolari, come nel dialogo sessuale tra la moglie lasciata a se stessa, Alba Rohrwacher, e il cognato osteggiato dal marito latitante, appare utile un non giudizio di fronte alle tragedie umane, come il disconoscimento del proprio padre, un figlio in carcere che taglia i ponti con la famiglia intera, il destino vacuo di una ragazza innamorata e che accusa l’amante di noncuranza.
Attraverso un ritmo serrato, pugni, calci, scuse, fughe e tentativi di riappacificazioni, Tre Piani incuriosisce e stupisce per l’intreccio di storie cupe e complicate, attraversando paranoie, amori rubati, processi per stupro, separazioni coniugali e scuse inaccettabili.
Tre piani, tra angosce viventi, lutti non elaborati e conflitti irrisolti, in un flusso emotivo che anela alla pace interiore e all’unione familiare, tra coniugi e tra genitori e figli, senza mai, forse, davvero raggiungerla.
Dovranno passare cinque lunghi anni, dopo la visione di oltre un’ora di dolori familiari senza rimedio, prima di scoprire attese “scoperte di pace”, ma questo appartiene al finale di un film che val la pena vedere, gustare e vivere personalmente di fronte allo schermo di una sala, dentro la magia pura che sanno trasmettere le immagini e gli intrecci di questa formidabile pellicola.
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